Ciò che nascondo è la rinuncia.
In me è potente,
neanche avessi una fede cieca nella mia debolezza.
Prima di combattere, chino il capo.
Se mi accusi, non mi difendo,
il silenzio si fa vuoto per le tue parole ‘ariete’,
puoi entrare senza sfondare.
Non sprecare soldati in un assedio inutile:
non mi ribellerò
non ti aggredirò a mia volta,
accetto la prepotenza,
subisco la violenza,
mi rassegno alla diagnosi.
E per contro,
mi aspetto il bene, testardamente,
anche questo nascondo,
l’idiozia.
Leggo. Questo mi mette al di fuori e al di dentro
nello stesso istante.
Guardo la vita senza parteciparvi,
come una senza invito
sulla soglia di una festa.