Voi, che per ottenere coccole 

Sconfinate nella psicosomatica,

Che, malgrado la vostra bellezza

E intelligenza 

E salute,

Chiudete da dentro 

la gabbia delle vostre ossessioni,

Voi che avete un sogno nel cassetto

E accarezzate la chiave che lo aprirebbe

Tutte le mattine,

Ma mai, nemmeno da ubriachi

Nemmeno sotto minaccia,

Mai,

Lo tirereste fuori da lì

Voi

Abituati al rimpianto

All’attesa 

All’immobilità 

Molto più che al rammarico

All’iniziativa

All’esplorazione,

Che avete paura di riuscire

E di non reggere il successo,

Che l’unirvi finalmente a voi stessi 

sarà fatale come uscire nudi per strada

Che la gioia offende il cielo o i vostri vicini di casa

Che la felicità va rimandata

Ha un che di vergognoso,

La felicità,

Da non credere 

Da negare

Quando arriva

Alla tua porta

Alle tue labbra

L’amore

E fai come se nulla fosse cambiato.

Cerchi di ficcare 

La gigantesca fragilissima felicità

Nella scatola della carità o della correttezza o dell’abitudine

Sabotatori di felicità, 

Negatori di gioia

Ciechi alla vostra stessa fortuna,

Vi conosco

Ma la conoscenza non può nulla

Contro l’arbitrio 

Dell’autodistruzione.

Anna Segre