Io non sono una proprietà, anche se nasco dall’atto di qualcuno e quel qualcuno penserà di avere dei diritti su di me. Potrei non soddisfare le aspettative, anzi, lo dico subito:

deluderò le proiezioni

non corrisponderò all’idea su di me

incenerirò gli investimenti

sarò un idiota incurabile

sarò me malgrado te

sarò quello che mi pare

disubbidirò 

disturberò

busserò

alle tue braccia conserte

anche se puzzo

anche se sono matto

anche se sono altro da quello che speravi.

Puoi mettere tutti i verbi al futuro:

io sono lo sperpero del tuo patrimonio

la tua catena corta di responsabilità

la promessa di fatica

una perifrastica di dolore:

io sono il figlio.

Onora il figlio,

inchìnati 

davanti alla gratuità del mio amore

pròstrati 

al cospetto della fiducia assoluta che 

t’ho dato senza nemmeno conoscerti

senza che te la meritassi. 

Chi sarà stato? A proporre onora il padre e la madre

Commercianti di cromosomi

Tutori dell’ordine 

costituito

di cui conosciamo

le armi in dotazione

dai secoli dei secoli.

Se non l’amore, che non si può imporre,  perlomeno il timore. E non è certo Isacco ad alzare la mano col coltello e Abramo è uno dei padri d’Israele

E non è stata Ifigenia a considerare utile la propria morte per un vento a favore, bensì l’eroe Agamennone, suo padre.

E quando sarà il momento, ti verranno a ricordare il tuo ‘minimo’ dovere, che tu paghi quel mutuo di obblighi acceso a tua insaputa dall’ultima spinta prima dell’eiaculazione.

Il padre minaccia

e la madre 

fa finta di non vedere

(o viceversa)

e alla fine della storia 

sono santificati. 

Amen. 

Non toccare 

I genitori

Non toccare 

i padri d’Israele

Non toccare 

i comandamenti

Non dissotterrare 

gli spiriti omerici. 

Lascia tutto com’è. Se è così ci sarà un perché. E chi sei tu, per toccare? Te li troverai contro, ti odieranno identificandosi nel ruolo, invece di considerare il sopruso, il non amore, la distrazione, la prepotenza, la capillare impunità del quotidiano approfittarsi del quinto comandamento.

La categoria insorgerà per tutelare la corporazione i privilegi le indulgenze i poteri.

Che ne sai tu di educazione? Solo un genitore sa cosa vuol dire un figlio. Non sei contenta di quello che hai avuto? Sei stata fortunata e ci sputi sopra. Dici che ti hanno danneggiato, ma eccoti qui libera di vivere, di parlare (come mai? Hanno fatto il lavoro a metà)

Onora il figlio

Cazzo

Anche se non sai provare affetto

Anche se hai l’anima arida

Anche se l’anima non ce l’hai

Onora il figlio

Manca il comandamento 

del rispetto

Onora il figlio

Il mondo ti guarderebbe,

se ci fosse il comandamento.

E tu staresti più attento. 

Anna Segre