Non increditarti, questo è il mio avvertimento,
non dare, aspettandoti una relazione di riconoscimento
e scambio
quand’anche solo di gratitudine.
Il debitore si percepisce debole,
se tu hai dato, vuol dire che lui aveva bisogno,
che tu eri forte di acqua denaro tetto medicine possibilità,
mentre lui era assetato, povero, all’addiaccio, malato.
Era il tuo minimo dovere spirituale soccorrerlo.
Tu, creditore, sarai accusato.
O infangato.
O negato.
Come se aggredirti moralmente diminuisse il debito.
A volte inesigibile.
Un organo. Un accesso alla corte.
Oppure incréditati.
Nello slancio viscerale del dare, del volere salvo l’altro.
E poi scappa, via, lontano dal debitore
e dal suo dolore di doverti qualcosa.
La generosità, ricordalo, è imperdonabile.