Mi inondava, subissava, annegava,

Mi terrorizzava, mi eccitava, mi risvegliava

Come un ruggito nel sangue,

Come lo straripo di un fiume di tigri.

Poi con gli occhi verdi e gialli mi puntava

Protestando innocenza e spargendo polline

Mentre si spogliava dei petali

Uno ad uno.

Era un coltello piantato

Era la corda corta, le manette, il coperchio

Era la grazia del suo capo appoggiato al mio seno,

Era l’ombra della verità era la luce della fatica,

Era un’altra lingua, e un’insperata riva,

Era la complessità che le parole non potevano,

Era mia,

La furia che tenevo tra le braccia.

Anna Segre

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