La salvifica, olimpica indifferenza.
Che cerco da tutta la vita più del piacere e della sazietà.
Più, molto più della salute, l’indifferenza al dolore.
Questa vena di morte
questa nobiltà che si libra sull’umano affaccendarsi
quest’assenza questo silenzio questa distanza
dal corpo dall’altro dal senso,
da dove viene?
Dal mio essere una quaglia,
che si finge morta
nella teca del serpente.